Le colline

«Dall’alto di essi l’orizzonte è libero da ogni lato e pochi siti possono offrire un panorama così interessante come quello che ammirasi dalla cima detta “dei pini” sovrastante l’antico castello di Buttrio […]. La vista è magnifica, poiché lo sguardo domina tutta la catena delle Carniche e delle Giulie […]; dappresso sta la linea bianca del Torre […] e il solco profondo del Natisone».
È così che vengono descritti i colli di Buttrio nella guida delle Prealpi Giulie.
È questo il fascino del “cuore” collinare di Buttrio che si innalza nei 142 m del Calvario ed è circondato, quasi a difenderlo, dal corso del rio Rivolo, mentre prosegue verso oriente nei Ronchi di Manzano a raggiungere il Natisone: un cuore speciale che visto dall’alto è una macchia verde segnata da un susseguirsi di vigneti e di ulivi.
Il clima, la bellezza dei luoghi, la vista che spazia in ogni dove ha favorito l’antropizzazione e la progressiva trasformazione del territorio, come è testimoniato dalla ricca presenza di toponimi che richiamano il termine ronc, ronco, cioè il terreno ricavato dal disboscamento con il runcare, cioè l’estirpare con la ronca, la vegetazione che copriva le colline.
Colli che hanno richiamato pittori, artisti e fotografi che ne hanno immortalato la bellezza, basti pensare alla notorietà e alla diffusione che ha avuto la notissima e straordinaria fotografia panoramica eseguita da Attilio Brisighelli nel 1937.
Particolarmente ricco è il repertorio dei toponimi, che fa emergere in maniera forte l’attività di disboscamento svolta (Ronchi, Roncato, Roncuz…), ma anche la presenza di prati, di boschi, di braide, spie dell’intensa attività agricola che vi si svolgeva.
Oggi le colline sono percorse da molti itinerari escursionistici che possono essere percorsi a piedi, praticando il nordic walking o il plogging, o in bicicletta tradizionale, in mountain bike, e da ultimo con l’e-bike. Questi itinerari permettono di godere di un paesaggio straordinario ricco di biodiversità e contrassegnato da un susseguirsi di ecosistemi caratterizzati da una grande varietà di specie a seconda dei versanti, della natura dei suoli e dell’esposizione.
Le colline sono segnate anche da alberi solitari o a gruppi quali cipressi, pini di varia specie e, sul Calvario, da svettanti sequoie, che hanno caratterizzato da sempre l’immaginario del paesaggio di Buttrio.



Pietro Zorutti, nella sua “La gnot d’avril su la culine di Buri” (La notte di aprile sulla collina di Buttrio) così si esprime:
« ...Jeve la lune e spand il so lusor; Ve’ le che batt sore chèi cuatri pins Che son culì vicins! […] Che’ lune benedete in t’un moment Ilumine la tiare e il firmament...».
(Si alza la luna e diffonde il suo splendore / eccola che si posa sopra quei quattro pini / che sono a me così vicini! / Benedetta quella luna che in un momento / illumina la terra e il firmamento).